lunedì 3 dicembre 2012

WILLARD the WITCH e Il post che non avrei voluto scrivere!








“Allora mi dica… Willard the Witch quale genere tratta?...”
“Non lo so, non ci ho mai pensato… tratta di tutto…”
“E’ realistico?”
“Non proprio, però…”
“Facciamola breve Rinaldi: a quale film, telefilm o libro si ispira?...”
“ Non saprei, io scrivo a secondo di quello che sento  in giro, nei telegiornali, e se quel che sento poi mi faccia  “girare”...!”
“Allora lei copia i telegiornali, invece di citare la fiction?”
“Magari fossi capace a copiare dai telegiornali… ambirei ispirarmi dalla realtà. Ho notato che nel fumetto ci sono temi reali che nessuno vuole trattare…”
“E non si è dato una risposta?... Se nessuno lo fa, significa che non vende!… Si vende  solo riciclando quello che si presume possa vendere … Citi, citi e citi, vedrà che il suo Willard avrà una serie regolare!”
“Ma io cito, solo che per me la citazione non deve far parte della storia, ma un ammiccamento tra me e il lettore, la quale non deve influire sul tessuto della trama!”
“RINALDI! Come può pretendere di scrivere delle storie, se non conosce l’italiano? Il suo è un “OMAGGIO”, la “CITAZIONE” è la genialità di copiare e farla franca, dopotutto il lettore di fumetti è un lettore di serie “B”, ma che dico? … di serie “Z”, stupido ed ignorante, pensi si è coniato un termine ad hoc: “NERD”. Il suo Willard è un bovaro diventato bandito e poi ranger che uccide mille persone, senza sentirne rimorso? E che degli indiani idioti lo ergono come loro capo... avendo sposato una  principessa indiana?...”
“NO!... Ma perché tra i pellerossa c’erano dei titoli nobiliari?...”
“Cosa c’entra?!...E’ per fare colore e sognare…Un indagatore dell’Incubo?”
“Sarebbe?”
“Uno che si fa tutti i film e romanzi horror in circolazione (senza pagare diritti)!... Insomma, non mi faccia l’ingenuo!”
“NO!”
“Un “GIACOBBO” dei poveri che per riempire le lacune narrative si mette a parlare, parlare… e parlare?…”
“Nemmeno!”
“Nero?...Giallo?...Semi-giallo?...Rosa?...Fucsia?...Begiolino?... Fantasy?...Scordavo, noi italiani non lo sappiamo fare!...Ci sono! FANTASCIENZA! Lui è uno dei tanti cloni di Blade Runner, musone e con un passato da dimenticare?…”
“E magari sprovvisto di lamette… forse perché nel suo secolo ci saranno laser e nanotecnologie, ma non lamette per la barba… Potrebbero essere geneticamente modificati da avere sempre la barba lunga di tre giorni… No! No! No!... Il mio personaggio non è musone, anzi è …ironico… e poi  per fortuna non esiste solo quella di fantascienza.”
“Non è un ranger, non è un indagatore dell’occulto, non è un detective del mistero…Non è un musone del futuro… ma allora, che cosa (in originale era: ”CAZZO”) è?”
“Un DISOCCUPATO!”
“Un disoccupato?!!?...Ma si rende conto che in un periodo di crisi come questo, l’eroe non può essere un disoccupato, ma un “VINCENTE”?”
“Ma è un disoccupato con poteri magici, che non risolve comunque i suoi problemi!”
“Ma è pur sempre un disoccupato! Se ne rende conto? A nessuno piacciono di questi tempi i disoccupati! Siamo in crisi!”
“La crisi è economica, non intellettuale…la gente in crisi, non manda in soffitta il cervello, vuole divertirsi, ma anche pensare… e poi con chi meglio di un disoccupato può identificarsi?... con un bovaro, diventato bandito per finire ranger?... un super eroe (anche perché tra gli ambientalisti e gli animalisti è difficile oggi trovare un ragno radioattivo che ti morda... magari per prendersi pure qualche brutta malattia)?... Uno che lavora per i “cavalieri dell’apocalisse”?...Uno che ha tutti i giorni chi gli paga la parcella per uccidere mostri, che quando spara agli zombies non sbaglia mai un colpo…e per giunta si fa tutte le donne carine che incontra?... Come se le donne non aspettassero altro… e non avessero una propria personalità...mentre il personaggio tutta questa bellezza e carisma?… MA FATEMI IL PIACERE (come direbbe il “PRINCIPE”)!
Per favore non parliamo delle spalle...Caliamo un velo pietoso su di loro, grazie! Ma proprio su tutte da: Robin a Groucho... inutili e fastidiose… e  fanno solo pensare a male…
Io non ho grandi pretese, solo di cominciare a parlare anche nel fumetto di argomenti avulsi… è troppo? Va bene, argomenti  mai trattati?… argomenti che prendono alle viscere di chi legge e sa cosa sta leggendo. Non voglio essere saccente, ma segnalare…Mi scusi se le ho fatto perdere del tempo, la mia di merda , la getto con lo sciacquone del water, e poi non è nemmeno d’artista, ma per sintonia di STRONZO.”

Più o meno questi sono i discorsi che ho intrattenuto con il gotta dell’editoria del fumetto italiano in occasione di Lucca Comics &Games 2012.
Lo so che con questo post farò nascere una montagna di polemiche e mi attirerò le critiche feroci di chi non solo “CAPISCE TUTTO”, ma reputa gli altri, senza sapere i fatti  e retroscena dei “FALLITI… i soliti “SAVONAROLA dei POVERI”…
Forse sarà vero, ho “FALLITO”, ma almeno ci ho provato, onestamente e senza santi in Paradiso, “leccaggi di culo” e “spalate di merda” contro i miei colleghi…
A Lucca  inaspettatamente ho ricevuto parecchie proposte per trasformare i miei personaggi in cartonato , in un formato più consono alla loro dignità visiva… anche richieste per il merchandising relativo (mi sembra assurdo avere il merchandising senza la serie regolare, come se prima si vendesse il pupazzo per poi trasmettere i cartoni)… Al momento per l’AGENZIA-X e qualche altra cosetta, non ci sarebbero problemi, ma Willard secondo me si meriterebbe la serie regolare, alla pari di tanti altri personaggi in circolazione sul suolo italico.
La Light & Darkness publishing s.r.l. non risponde nè alle mie telefonate e nemmeno alle e-mail che le invio… Mi risulta (da voci) che l’Agenzia-X abbia venduto bene (mi piacerebbe che lo avesse fatto veramente!), ma probabilmente non riuscirò a farmi pagare dall'editore.
Ho consegnato il primo numero della serie regolare di Willard the Witch, ma non il secondo. ALESSIO NOCERINO, il mio colorista di fiducia, in quel periodo era negli States per il viaggio di nozze, perciò dovevo  solo aspettare il suo ritorno per la colorazione della cover e chiudere il numero. Non solo non verrà pagato lui, ma nemmeno io… Il danno che ho subito, sia economico che di immagine è ingente… purtroppo sono cose che nella editoria del fumetto (di tutto il mondo) succede, chi dirà il contrario, o non capisce nulla di fumetto, oppure non mette mai il naso fuori dal suo orticello, lavorando come se timbrasse il cartellino.
Ora però devo riflettere e decidere cosa farò da grande…

27 commenti:

  1. Madonna che schifo... non hai guadagnato proprio nulla dall'operazione Light & Darkness? Nemmeno un anticipo?

    Io comunque un bonelliano di Willard non me lo vedo, anche se mi rendo conto che dal punto di vista dell'autore garantirebbe una certa stabilità. Serializzato su rivista e poi raccolto in volumoni è la sua dimensione corretta, secondo me.

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  2. Non pensavo il mondo del fumetto fosse così spietato, ma forse l'avevo già capito. Resisti e prova con altri editori. Ultimamente c'è mancanza di vere novità perchè in periodo di crisi tutti vogliono andare sul sicuro. Come dice un mio amico tutti vogliono comprare a poco e rivendere a tanto. Questo è quello che sta succedendo in molti settori (anche industriali) e alla fine ci sarà un inevitabile appiattimento verso il basso.

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  3. Oggi avere una serie regolare e' diventato un lusso...purtroppo solo S.B. Se lo pottrebbe permettere, riguardo i personaggi sopra accennati,mi fanno terribilmente annoiare,che da anni non li colleziono piu'.
    L'idea dei cartonati non e' male anzi .....
    o forse devi cambiare lettori,perche' se gli italiano leggono sempre "satanasso"e un po' meno "giuda ballerino" qualcosa vuol dire...

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  4. Gli editori italiani di fumetti si sono uniformati a quelli dell'editoria letteraria e saggistica: pubblicano solo quello che sono sicuri gli renda un ritorno economico, vendibile a uno zoccolo duro di aficionados (quelli dei cantanti, attori, calciatori e veline, per capirci), i saggi "contro" (le caste di qualunque genere, politici in testa) o i gialli/noir dell'autore esaltato dalla critica di profilo alto e proveniente dai paese freddi tipo Scandinavia... Io ho cercato (ora ho smesso) di far pubblicare i miei libri, tenendo inizialmente un profilo basso e lasciando da parte i "grandi" dell'editoria. Ho cercato piccoli editori che pensavo essere magari più interessati a investire negli esordienti... Mi son trovato di fronte a squali pronti a prendere solo i tuoi soldi per stamparti i libri ma non certo a pubblicarteli con tutti i crismi. Adesso ho smesso, provando con l'autopubblicazione che forse è l'unica che nonostante tutto ti garantisce se non il ritorno economico, il giudizio più importante: quello, diretto e senza fronzoli, del lettore che da sempre deve essere il tuo unico giudice.
    Per quel che riguarda l'editoria a fumetti, la situazione è ancora più grave: i "piccoli", se ti rispondono, ti dicono picche, non è aria, c'è la crisi, meglio puntare sul ritorno economico sicuro... che pensano gli possano dare volumoni rilegati in pelle umana delle seghe degli amici degli amici che girano nelle redazioni e che nessuno leggerà mai e si contenteranno del plauso acritico del blogger di riferimento per i nerd del fumetto (e che magari lo fa perché l'albo gli è stato regalato...).
    I Grandi (o "il" Grande, tanto solo quello c'è) continuano invece a girare in tondo ai loro successi, concedendo qualche chance solo ai loro redattori interni, con il risultato che le nuove serie sono copie delle copie di quelle di successo o sono plagi di quelle altrui, magari americane, tanto chi vuoi che legga (e invece dimenticano che esiste la Rete...) e quando vai a proporgli qualcosa di nuovo, di tuo, di originale o comunque lontano dai loro schemi, rispondono via lettera riconoscendoti magari la bravura,,ma che la possibilità la danno solo ai loro dipendenti, lasciandoti l'obbligo di trovarti un altro editore meno "esigente"..
    E chest'è, direbbero dalle mie parti.

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    1. sai che un mio amico moltissimi anni fa ad un redattore de"il" grande dopo l'ennesimo rifiuto sule proprie idee storie e sceneggiature copiò pari pari una sceneggiatura tratta da un loro albo e glie la spedì....ovviamente quella andò bene!!!

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    2. Non avevo il minimo dubbio, Ale... Ecco perché per esempio, da quelle parti, ancora non si sono accorti che un certo loro seriale è la copia pedissequa di una serie americana.

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    3. A me accadrebbe, che solo perché firmata "Pino Rinaldi", sarebbe rifiutata, non essendo in linea con la loro filosofia editoriale...

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    4. Ieri, su Facebook, un loro disegnatore, pubblicando l'immagine più famosa dell'affresco di Michelangelo Buonarroti sulla Cappella Sistina, diceva che il Sommo Artista sarebbe stato scartato da "IL" Grande per lo stile troppo "americano"...
      Come vedi, sei in ottima compagnia.

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    5. Ti ringrazio Mario, ma come si dice qui a Roma: "NON CONFONDIAMO L'ORO CON LA RUZZA(la ruggine)!", equivale nel non confondere il sacro col profano.

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  5. Il post che non avrei voluto leggere...

    Non me ne intendo molto di editoria, quindi potrei dire una castroneria: hai pensato ad un'autoproduzione?

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    1. Sono tornato solo adesso, ero fuori... Grazie a tutti di cuore.
      Vorrei rispondere a Gianni:
      Per l'autoproduzione non ho le forze economiche e le competenze editoriali per sostenerla...

      Economiche:
      Finiti i miei sei numeri pronti, mi occorrerebbe il supporto dei collaboratori, disegnatori, inchiostratori ,letteristi ,coloristi, insomma di tutta la parte artistica,che verrebbe diretta da me.
      Come trovo giusto che il mio lavoro venga pagato, trovo altrettanto sacrosanto che lo sia anche quello degli altri... io non avrei, anzi non ho proprio la forza economica per poterlo fare.

      Editoriali:
      Io conosco solo tutte le fasi per confezionare artisticamente un buon prodotto, non per quanto riguarda la stampa, distribuzione, magazzini e varie...La mia inesperienza nel lato tecnico delle competenze "materiali", porterebbe a inevitabili perdite di fondi e ad un prodotto commercialmente criticabile... Non sono un tipografo.
      Sarebbe ottimo artisticamente, ma pessimo come confezione reale di vendita, cioè l'albo che avreste in mano fisicamente, farebbe schifo. Non so se mi sono spiegato!

      Per non parlare di tutte le beghe burocratiche, che oltre a far perdere tempo, tolgono denaro, ed a uno inesperto come me lo porterebbe dritto, dritto al fallimento.
      Per potermi autoprodurre mi servirebbe un socio pratico in materia, con i soldi e che non mi rompa le scatole artisticamente... la tipica " MOGLIE PIENA E LA BOTTA UBRIACA"... o era il contrario?...

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  6. Purtroppo immaginavo che non fosse una cosa facile.... sul cartonato di Agenzia X invece nessuna novità? Magari le buone vendite di quest'ultimo potrebbero convincere l'editore ad intraprendere la strada di Willard...

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    1. Al momento gli accordi procedono, e se il diavolo non ci metterà la coda. vedrà la luce per giugno...
      Ero titubante per una uscita troppo immediata con quella da edicola, mi sono consultato con esperti e amici, i quali mi hanno garantito che sia solo una mia remore inesistente. Appena avrò notizie più sicure vi informerò!
      Non dovrebbero uscire solo l'AGENZIA-X.

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    2. Se il diavolo provasse a metterci la coda noi saremo pronti a tagliargliela!
      E poi a Giugno c'è il mio compleanno, quale regalo migliore vedere pubblicati i tuoi personaggi in una veste degna della tua arte!!!

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  7. Ciao Pino, sto leggendo con tristezza queste cose che ti stanno succedendo, tra le righe colgo una prepotenza verso la tua persona che non ha modo di essere. La possibilità ad una persona per poter far vedere quanto vale la danno a pochi. Il prossimo è sempre diffidente. Comunque grazie dei tuoi consigli in m.p. spero un giorno di poterti stringere la mano, ed offrirti un caffè.

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  8. Undici e rotti percento di disoccupazione ( peggio di Grecia e Spagna ) , trentasei percento se consideriamo solo i giovani ( in Italia sei giovane fino a 35 anni con buona pace del rottamatore Matt Renzi che è quindi un rudere coperto di ruggine ). Io amo le sfide ( sono il campione del mio caseggiato di ingestione di melone con bucccia a reticella ) , ma evocare un disoccupato, in questi giorni di spread che sale e scende come la marea nella sigla di Sandokan , di stato sociale che si assottiglia e di piccoli imprenditori che non possono erogare la tredicesima, è come saltare nel pozzo di un distributore di carburante x Shuttle con due zippi accesi.
    Bravo. Fortuna audaces iuvat. Sto pensando di proporre ad un editore - di quelli che siano disposti ad investire i loro dindi ed il loro know-how in una ongoing mensile con un paio di supplementi annuali - il soggetto di un WASP nel diciottesimo secolo che riesce a farsi accettare nel ruolo di sciamano da una tribù di nativi americani fino a che non è chiaro che è un professionista serio come il mago Otelma e così si ritrova sulla strada, sul sentiero per meglio dire, fino a che incontra un cronoviaggiatore atlantideo che lo assume ( come interinale ) con mansioni di cicisbeo per la sua sposa che è una ninja stipendiata da una multinazionale multidimensionale che la usa per regolare i contenziosi con gli ex dipendenti. Sono ottimista e spero tanto, ma tanto di ricavarci dei pupazzetti - action figures, è l'istess - perchè il merchandising è una calda coperta di lana che ti scalda i piedini quando i tuoi fumetti sono imbustati a due a due in attesa che qualcuno la prossima estate ne peschi qualcuno da una cesta, mentre si avvia sorridente al Bagno Miramare, sognando il bombolone ed il cappuccino... Mai la fine.

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    1. Sinceramente hai la fantasia per scrivere storie per il Doctor Who. Hai quel gusto per il "NONSENSE" che a me manca, per me tutto deve essere razionale, e in una storia alla fine i fili sciolti si dovranno annodare.
      Comunque se trovi l'editore con i "dindi" per il tuo "UOMO CHIAMATO CAVALLO( cavalletta, non sarebbe male, potrebbe concorrere contro L'UOMO RAGNO)", potresti usare i miei personaggi in appendice...Affare fatto?...
      Avendo le doppie copie incelofanate di due vecchi albi, potrò accettare il merchandising... e vivere sereno la mia vecchiaia, "TremorMonti" permettendo!

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  9. Un Uomo Chiamato Cavillo, tanto per fare un esempio, è un graphic novel che sto scrivendo per un editore specializzato in vite di uomini illustri. La storia di "Vlad" Ghedini. Una combo di The Tomb of Dracula di Wolfman/Colan/Palmer e della saga di Perry Mason di Gardner, ma filtrata dal gusto per il grottesco di Keith Giffen ( o del Proietti di A me gli occhi , please ).

    La cosa dei fili pendenti da riannodare mi ricorda tanto , ma tanto il mio telefilm cult Colombo ( solo nel periodo 70-77 e doppiato da Albertini con tempi e mood anni settanta - quello degli anni ottanta è peggio di un apocrifo clandestino ). Nei comics i fili pendenti sono pericolosi. Niente da dire. Nel caso e se , mi ricorderò di te. Potremmo provare un flip book ( anche se in Italia non hanno mai funzionato + di tanto - ricordo i primi numeri di Catwoman/Wonder Woman della Play Press ed uno one shot della Magic press con lavori di Ash Wood e Ben Templesmith ). Il primo semestre del 2013 sarà di stabilizzazione ed il secondo di ripresa, ha detto un ministro. Sperem.

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  10. Non ho chiesto tanto... Il FLIP BOOK, sono metà albo rovesciato, io ho chiesto l'appendice, cioè 3/4,cinque pagine al massimo di riempitivo, per non abbassare troppo il tono del "L'UOMO CHIAMATO CAVILLO"... hai pur sempre un nome di prestigio da difendere.

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  11. 3/4 pagine sono una bella sfida. Bravo. Fortuna eccetera. Mi sa che l'ho già scritto. Siamo in zona Spirit di Eisner. Sintesi e precisione. Non proprio il mio campo d'azione, direi. Facciamo 64 pagine in b/n in formato Corriere della Paura. Due slot da 20 tavole ( la vita rimaneggiata di Vlad Ghedini e la vita vera di Er Batman , qualcosa di epico come The Rise and Fall of the Dark Knight from Anagni o From Polverini to the Dust ) e come dessert le tue tavole distillate. Io disegno le mie in stile tardo anni settanta con retini e chine alla Klaus Janson prima maniera. Tu in modalità pinorinaldi marco registrato. Vedo già la San Diego Con. E gli avvocati di Ghedini fuori del mio uscio, ma chi non risica...

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  12. Quindi anche quelli della Light & Darkness ti hanno fregato. Certo che ormai gli editori seri in Italia sono una razza in via d'estinzione.

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  13. Oggi nell'editoria a fumetti italiana vige il FAR-WEST. Dopo la morte del grande "sceriffo Bonelli", il quale non ha lasciato degni successori, il fumettomondo è messo a ferro e fuoco da bande di rocchettari da quattro soldi, traffichini e pressapochisti, con stuoli di sostenitori che non capiscono un'acca di fumetto. Purtroppo credo che l'eroe solitario che si erge tra i detriti e dica basta, esista solo tra le pagine dei "giornaletti"... quando in passato qualcuno ci ha provato, è stato lasciato sempre solo dai colleghi( per paura di perdere il "posto"), e spesso anche coprendolo di falsità e ingiurie, non capendo che uniti si vince.
    Chi potrebbe difendere in Italia la "nona ex-arte" sono solo mestieranti travestiti da professionisti, che hanno arraffato l'arraffabile, ed ora se ne lavano le mani... abbandonando spogliata di tutto, una "bellissima signora".
    I giovani?...Come autori ne vedo tanti, ma il 90% è costituito da divi,ma se lo fossero davvero, non metterebbero i bastoni tra le ruote a chi ha veramente del talento...
    Gli editori?... non ci sono i soldi, e mancano anche gli acquirenti, e troppo spesso si richiudono in sette elitarie...
    io stampo quello che mi piace...
    solo testi intellettuali...
    il disegno non è importante...
    La linea francese...
    I manga... e così via...
    Il frazionamento e la specializzazione del mercato lo ha portato alla rovina. Prima c'erano lettori onnivori, ora solo annoiati...
    Potrei dire che io i miei 33/34 anni(ufficiali) di carriera li ho fatti, e potrei anche guardare altrove... ma non trovo giusto far morire così miseramente, e nel disinteresse più totale il più bel media che l'umanità abbia creato?

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    1. Analisi perfetta.
      C'è solo da aggiungere che qualche editore tira fuori dal cassetto delle idee imbarazzanti, con le quali si illude di pappagallare IL Grande, togliendo spazio agli autori che davvero vorrebbero innovare e che, spesso, la cosiddetta "innovazione" e "originalità" è invocata dagli stessi che con le loro seghe mentali sotto forma di cartonati che vendono qualche centinaio di copie nelle mostre specializzate, si ergono a paladini del "nuovo"...

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