mercoledì 3 aprile 2013
Il mio metodo di lavoro #15:"LA COPERTINA"
Una nota casa editrice americana mi commissionò gli studi per i personaggi e le copertine di una nuova serie, che chiameremo per comodità "STONE".
E' una persona normalissima, un poliziotto per l'esattezza, che vive in un mondo dove esistono i super-eroi.
Quando dovetti mettere in cantiere la prima copertina, mi preoccupai non solo di presentare bene lui, ma tutta la serie. Io considero la prima copertina come un biglietto da visita... dovevo far capire all'eventuale acquirente in cosa questa testata di "super-eroi" si distinguesse dalle altre. Pensai fosse carino evidenziare la differenza tra il protagonista ed i super esseri, perciò lo misi in P.P. intento nella lettura di un quotidiano, mentre alle sue spalle, più piccolo, perciò meno importante, un super-eroe incrocio tra SUPERMAN e SPIDERMAN, sfrecciare volando con la sua preda di turno, ignorando completamente la gente comune. Gli americani per me sono strani, e temevo la mia "ironia"... invece ne rimasero tutti entusiasti.
Mi chiesero di trasformare il quotidiano, inventato per caso, in una versione del DAILY-BUGLE della nostra serie...
Dopo aver utilizzato il mio metodo di ripassare col tavolo luminoso il bozzetto in bella copia, lo inchiostrai e lo diedi ad ALESSIO NOCERINO per la colorazione. Jeff, lo scrittore mi suggerì il titolo del quotidiano :"NEW YORK CITIZEN JOURNAL", assicurandomi che non ne esisteva un altro sia nella realtà che nella finzione. Lavorando sullo skyline della Grande Mela, preparai il logo, e siccome nella serie ci sarebbero state comparsate dell'Agenzia-X e di Willard the Witch, preparai il terreno.Disegnai a parte la "foto", per incollarla successivamente.
Nell'ultima pagina troverete tra i comics: "STEVE BURTON" il mio primo personaggio pubblicato all'età di 18 anni. Essendo stato realizzato a strisce, lo trovai idoneo per l'uso. I cruciverba e l'oroscopo sono in italiano, tanto in stampa non si sarebbero potuti leggere.
Approvatomi, lo mettemmo tra le mani di Stone con il "PHOTOSHOP"..
Ebbi grandi complimenti per come stavo gestendo la serie, ma quando la "famosa casa editrice" ci fece delle proposte serie per comprarla, lo scrittore cominciò a fare dei capricci e non volle accordarsi sui diritti d'autore... si inventò un diritto d'autore internazionale che mi impediva di detenerne con lui la proprietà... non sapeva che io per anni ho lavorato in uno studio di consulenza legale, ed il mio campo erano le leggi internazionali sui diritti d'autore, prevedendo e sperando una mia sortita negli U.S.A. Mi ritirai dal progetto portandomi via model-sheet, cinque pagine complete (anche di lettering) e la copertina.
... to be continued...
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Meglio così: la struttura delle storie di Bendis prevede che il disegnatore debba - spesso - disegnare in una pagina nove vignette uguali a coppie di campo e controcampo ( si vedano i Sam & Twitch di Angel Medina, Alberto Ponticelli, Alex Maleev ed Alias di Michael Gaydos ). Medina , da quello che ho letto in un post che ho " provocato " nel blog di Comix Factory ha rifiutato di disegnare una delle testate di Avengers perchè trovava noioso disegnare tutta quella gente che parla e parla.
RispondiEliminaAlcuni pencilers sono arrivati a copiaincollare, nella stessa pagina, lo stesso piano americano del personaggio con un curioso effetto popartico degno di Andy Warhol.
Non brutte storie, sia chiaro, ma in palese e costante violazione della regola non scritta dello storytelling in modalità Carl Barks: se guardo le vignette senza leggere i balloons e capisco a grandi linee cosa sta succedendo, allora il fumetto è buono.
Forse non hai capito io in questo caso ero co-creatore, e non uno dei disegnatori. Non sapevo di Carl Barks, non avendo mai sopportato i prodotti Disney a fumetti, ma che un buon fumetto lo si deve capire senza leggere una parola, l'ho sempre affermato pure io.
EliminaLe tue inquadrature mi fanno sempre impazzire!
RispondiEliminaUn'altra fantastica cover! Le tue inquadrature mi fanno sempre impazzire!
RispondiEliminaGrazie! Probabilmente le mie prospettive ardite sono frutto delle mie vertigini!
EliminaCarl Barks è considerato da alcuni commentatori il miglior storyteller del 20mo secolo ( a me piace, ma anch'io non leggo comics Disnesy da tempo ) , capace di affascinare cartoonsts lontanissimi dai suoi paperi ( ha inventato Paperone e molti altri pennuti ) come il ns Andrea Pazienza. Dino Buzzati lo ha paragonato a Balzac.
RispondiEliminaAvevo frainteso, sorry , sarà la gioventù che avanza implacabile e credevo fossi uno degli ideatori non accreditati del Powers di Bendis/Oeming ( che ha un tratto molto + cartoon del tuo: una combo di Bruce Timm e Paul Grist ).
La cover resta d'effetto. Mi ha fatto pensare alla struttura che ha preso il posto del Pirellone nell'ospitare gli uffici della Regione Lombardia. Lo stesso senso di struttura che ti circonda , ti protegge, ma ti limita.
Una curiosità : Stone è il anche il nome del capo di Codice Blu , la sezione del NYPD che nelle storie Marvel interviene quando si tratta di crimine metaumano - Stone è un nero pettinato come Lex Luthor. Hai scelto in questo post di chiamare il tuo personaggio Stone perchè Codice Blu era un personaggio di contorno del Thor di DeFalco/Frenz ed Ellis/Deodato jr negli anni in cui facevi Fantastic Force ? Nostalgia canaglia...
Ad essere sincero "STONE" fu il primo nome che Jeff diede al personaggio, poi lo cambiò. Io non abito a Milano, ed i palazzi sono la mia New York immaginifica. Ho sempre sentito parlare bene di Barks, anche se Uncle Scrooge a me risulti nato nel cartoons "A Christmas Carol". Versione disneyana del "Cantico di Natale" di C.Dickens... poi ripreso dai fumetti. .. ma in merito di cose disneyane io non sono un esperto e come tale non ci metterei la mano sul fuoco.
EliminaPotrei dire d'essermi ispirato ad un attore del restyling di "V-VISITOR" Morris Chestnut , ma non è vero, lo vidi dopo aver abbandonato la serie di "STONE"... quando lo diedero nelle televisioni generaliste.
Grazie x le info, ciao.
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