lunedì 8 aprile 2013
PUNTI di VISTA...
Il "PUNTO di VISTA" è una opinione, condivisibile o meno, che in un paese democratico può essere espresso liberamente, ed io spero senza offendere nessuno. Se dovesse succedere, non era nelle mie intenzioni.
A ROMICS 2013, ho scoperto alla mia veneranda età che cosa sia un "ARTIST ALLEY"... In parole povere mi hanno fatto capire che per trentaquattro anni non ero a conoscenza di quale fosse il mio lavoro. "Sor FRA', Ma su fijio che mestiere fa?"... "Il disegnatore di fumetti, ma lui lo chiama "FUMETTARO"!"... " Ma ce se guadambia?...Nun sarebbe mejio se imparasse un mestiere?... Che ne sò er pizzicarolo, oppure er SALUMIERE!"... Non avrei mai sospettato dopo anni che il signore che chiedeva a mio padre quale fosse il mio mestiere, avesse ragione. Per trentaquattro anni sono stato convinto di disegnare su cartoncini, suddividendoli in vignette delle storie, per farle pubblicare ad un editore che mi pagava...Invece no! Vado ad una fiera fumettistica, allestisco un tavolino, mettendo in esposizione vari miei disegni, un prezzario et voilà! Sono disposto a vendere su commissione qualunque stupidata un tizio mi chieda , basta solo che mi paghi. Come se un medico chirurgo, per arrotondare vendesse le appendici, calcoli ,milze o tonsille che estrae... oppure mette a pagamento un suo taglio col bisturi di una bistecca.
Mia nonna non c'è più, ma ci impiegai parecchio tempo per spiegarle cosa significasse "FUMETTARO", mentre avrei potuto semplicemente dire:"VENDO AL MINUTO DEI DISEGNINI!"
Sì!Sì! Avete ragione, sono vecchio, antiquato e pure "RINCOGLIONITO"... non sono al passo coi tempi... oggi si usa così... ringraziare il proprio pubblico che ti permette di mangiare tutti i giorni, magari regalandoglielo quel disegno, no!... Ma vendere, vendere, vendere anche ciò che non ti appartiene, sì!
"Tu cosa disegni?"... "X!"..." Mi fai Spiderman?"... "Tu cosa disegni?..."... "Y!"... "Mi disegni Batman?..." Come se tutto ci fosse permesso, e possiamo vendere senza partita I.V.A.(perciò evasione fiscale) e senza l'autorizzazione degli aventi diritto allo sfruttamento commerciale dei personaggi.. Mi farebbe un gran piacere se un mio collega disegnasse(gratis) in un qualunque comicdom un mio personaggio, gli stringerei la mano e lo bacerei, non sarebbe lo stesso se lo vedessi vendere. Il mio è il semplice punto di vista di uno che ha così tanto lottato per divenire "FUMETTARO", in un periodo che era l'equivalente d'essere lebbroso, da interpretare l'ARTIST ALLEY come un avvilimento della professione. A Romics ho incontrato ragazzi validi che non riescono a trovare un editore che li paghino adeguatamente, li capisco se per arrotondare vendano al minuto il proprio talento, ma non professionisti affermati con editori che li pagano profumatamente ed hanno tariffari europei e americani.... Sono vecchio e RINCOGLIONITO, ma certe cose non le capisco... "Signora, ho disegnato una mano in più, che faccio, la lascio o la tolgo?"
...to be continued? speriamo di no!...
P.S.
ARTIST ALLEY significa "VICOLO degli ARTISTI", non vorrei che gli artisti venissero relegati in un vicolo, sperando non cieco!
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Posto io questo commento che mi è giunto in separata sede da parte di KRONOSAURUS82:
RispondiElimina"Ti commento qui perché non sono iscritto a Blogspot.
Forse sono l'ultimo che deve parlare, vista la poca esperienza che ho, ma il "vendersi un tanto al chilo" è purtroppo una cosa che è sempre successa nella storia dell'arte. Solo in pochi – come hai detto tu nel tuo blog – riescono ad elevarsi nell'olimpo dei "grandi" per riuscire a campare senza doversi vendere... e di solito la bravura non c'entra, non è una questione di talento o di risultati, essere "nell'olimpo": spesso si tratta di puro culo. Il livello successivo è quello del maestro, gente alla Toppi o alla Pratt che diventano tanto grandi per ciò che fanno e per come lo fanno da poter vivere senza fare "i salumieri"... però loro gli anni da salumieri se li sono fatti, oggi invece c'è chi sta lassù nell'olimpo e non si capisce bene perchè. Ma vabbè, al di là dell'amarezza, come ho detto: per la maggioranza di noi povera massa (con "noi" intendo me e altri, non necessariamente tu che comunque sei un professionista affermato ) il vendersi è sempre avvenuto, fin dai primi vagiti dell'arte figurativa.
Forse la "speranza" sta nel vendersi senza prostituirsi, avere comunque un "regolamento morale" che ci faccia dire no di fronte alle richieste che riteniamo meno adatte a noi, a ciò che crediamo ed al modo in cui interpretiamo il nostro mestiere... purtroppo però a quel punto il rischio è quello di restare esclusi dal giro, un po' come un killer che non vuole uccidere gli innocenti può venire scavalcato dagli assassini senza scrupoli. "
Forse non hai capito, o non mi sono spiegato bene:
EliminaNon è questione di prostituirsi, ma capire bene qual'è il proprio mestiere.Io sono un "fumettaro" e quindi un creativo, vendo i diritti di pubblicazione dell'opera del mio ingegno ad un editore per stamparlo... il mio prodotto non è l'originale cartaceo, ma il materiale stampato e distribuito... l'odontotecnico non può cavare i denti, non gli compete.Un creativo non è un commerciante, al limite potrei dare i miei originali ad un mercante per venderli( io non l'ho mai fatto, e non troverete mai miei originali in giro, tranne un paio che mi sono stati rubati), non allestire un banco e vendere disegni su commissione, questo non è lavoro da "FUMETTARO".
Ah... :P
EliminaScusa, non era chiaro. ^_^
Beh io non penso ci sia niente di male a vendere gli originali come principio: ci sono disegnatori che sono meno "legati" a ciò che fanno e riescono quindi a separarsi dai loro "figlioli". Io non credo ci riuscirei.
Hai ragione comunque, di base il fumettista inteso come autore vende solo delle riproduzioni delle sue opere, però esiste anche il mercato degli originali, perchè se si intende il fumetto come opera d'arte, allora il pezzo d'arte più ambito è proprio l'originale. Credo che per alcuni autori affermati sia anche un fatto d'orgoglio dire "ho messo in vendita una tavola su eBay ed i miei fan si sono scazzottati a colpi d'offerte per comprarla". Nel loro caso credo che il denaro non c'entri... ripeto, dipende dalla personalità dell'autore. Di sicuro trovo un po' triste anche io la sfilata di bancarelle in cui grandi autori fanno disegni su commissione diretta come fossero pizzette, su questo sono assolutamente d'accordo con te.
Il talento non si vende. Punto e basta.
RispondiEliminaLeonardo e Michelangelo si "vendevano" senza prostituirsi e pur lavorando sotto padrone, hanno donato all'umanità capolavori assoluti.
In America, si distingue tra le "sessions" che si fanno alle fiere e le "commissions". Le prime sono (o dovrebbero) essere gratis: tu compri il fumetto, dell'autore e/o dell'editore, e l'artista ti fa la dedica sull'albo o il disegno originale sul foglio bianco. Le seconde sono richieste con tanto di tariffario per le quali si possono attendere anche mesi.
Io, fossi un professionista, ragionerei come te: niente soldi per un disegno se richiestomi su un mio lavoro.
Capisco pure però chi chiede soldi: la situazione italiana è quella che è e magari c'è chi non se la sente di mettersi a fare il "madonnaro" (anche se la situazione è molto simile) o di regalare a chi manco lo conosce cinque minuti del suo tempo...
Comunque, ce ne sono tanti di professionisti che ragionano solo da salumieri.
Ma tanti.
Ma se hai notato, io ho fatto la differenza tra il disegnatore malpagato e quello affermato e pagato bene!
EliminaÈ vero che a livello “costitutivo”, ontologico (forse anche legale?) un fumettaro è uno che di mestiere vende la possibilità di pubblicare il proprio lavoro a un editore, su questo non si discute. Tu poni la questione anche su un piano morale (o quasi), e anche questo sarebbe condivisibile. Ma i tempi che viviamo sono quello che sono e tutti tengono famiglia...
RispondiEliminaDal tuo punto di vista un professionista affermato non dovrebbe “abbassarsi” a vendere disegnini al dettaglio, ma dovremmo anche metterci d’accordo su cosa si intende per affermato. Non so dove ho letto (forse proprio sul tuo blog?) che Adam Hughes ormai vive grazie a quanto guadagna di commission, non per il suo lavoro come fumettaro. Forse è un caso limite, ma sta di fatto che da quello che si sente in giro il pagamento per pagina è in calo in tutto il mondo, e i diritti d’autore rendono bazzecole (ma questo da sempre se non sei un nome immenso).
Apprezzo sicuramente la tua dirittura morale e il fatto che non vuoi cedere a questo “malcostume”, ma capisco perfettamente chi invece lo fa, e sinceramente non ci trovo poi molto di male indipendentemente dalla statura del disegnatore. Anche perchè a volte lo scopo principale dell’acquisto di un volume è, per il bieco “chasseur de dedicaces”, solo l’accaparramento di un disegnino dell’autore che gli piace (ma nemmeno necessariamente, magari lo ha solo sentito nominare di fama), e il fumetto lo compra quasi di malavoglia come fosse una tassa per poter avere un altro pezzo da mettere nella sua collezione. Per un fumettaro dovrebbe essere fondamentale che il suo pubblico leggesse le sue opere, non trovi?, e non solo che le acquisti per poi dimenticarsene senza neanche leggerle.
Lo dico perchè conosco un appassionato di fumetti con cui vado in giro per fiere che più o meno è così... a volte è un po’ imbarazzante andarci in giro... questa idea dell’Artist Alley è l’ideale sia per lui che per i disegnatori, visto che da quello che ho capito c’è una corrispondenza diretta e immediata tra domanda e offerta, il disegnatore essendo pagato è meno tentato di “tirare via” e più ben disposto a disegnare proprio quello che il committente gli chiede. Poi non so come siano i prezzi, ma essendoci di mezzo una transazione economica mi viene da pensare che ci sia una maggiore serietà da entrambe le parti.
Credo poi che si tratti anche di un fattore culturale. Contrariamente a quello che ha detto sopra Mario Uccella io sapevo che in America gli sketch si fanno (o si facevano) rigorosamente dietro compenso, anche perchè i comic book non sono nè belli come un volume europeo nè hanno spazio libero a sufficienza per la dedica. Ma magari i tempi sono cambiati. Comunque in un’intervista a Jae Lee su Fumetti d'Italia il disegnatore si lamentava di come una volta un ragazzino lo avesse supplicato di fargli un disegnino senza pagare, lui commosso lo fece e si sentì rispondere “Così domani me lo rivendo agli amici!”. E anche nello speciale Dedicaces della rivista francese Bodoi veniva riportata questa abitudine americana. Il primo passo per un disegnatore negli USA era proprio quello di prendersi un tavolino e vendere disegnini con il beneplacito dell’editore cui faceva riferimento, stando almeno a quanto riportato su Wikipedia (fonte non attendibilissima) relativamente alla biografia di Art Adams. [continua]
Su "Deviantart" come su Facebook e/o Twitter, ognuno dei disegnatori che seguo, in occasione delle varie "con" che si tengono in America, apre uno spazio (generalmente a tempo o a numero chiuso) nel quale inserisce le richieste per "commissions" da esaudire in occasione dei vari tavolini che lì si ritrovano, con o senza l'appoggio di un editore; ci sono poi anche le sedute di firma presso gli stand di questo e quello, laddove se gli sketch non sono gratis, sono subordinati all'acquisto di uno o più prodotti che coinvolgono l'artista. Per gli americani, che vendono pure le "ricreations" (repliche di tavole e/o covers) sui loro siti, non c'è niente di scandaloso. Nemmeno io lo trovo scandaloso, visti i tempi che corrono... Che poi non mi trovi d'accordo perché l'artista non deve prostituirsi è un altro discorso.
EliminaPer come la vedo io vendere disegni non lede la dignità del disegnatore di fumetti, e non scordiamoci che c'è gente che ammazzerebbe pur di trovarsi in una condizione del genere.
RispondiEliminaE comunque, anche se come discorso vale quello che vale, non credere che la vendita ad hoc di disegnini, autografi e memorabilia (cioè lo sfruttamento di elementi "satellitari" alla fonte principale di indotto) sia esclusivo del mondo del fumetto: io francamente dò più volentieri i miei soldi a un artista che mi fa un disegnino apposta piuttosto che a un giocatore di basket che si limita a firmare un pallone e pretende un mucchio di soldi!
Stesso discorso sulla vendita di originali esentasse (anche se qua ti dò ancora di più ragione – magari i disegnatori che si fanno pagare in nero sono poi gli stessi che si lamentano che i fan vendono i loro originali su Ebay): saprai meglio di me che alcune vendite di opere di artisti contemporanei non sono state finalizzate perchè gli artisti non volevano emettere regolare fattura...
E comunque, pur con i vegetariani che ti rovinano la piazza, io oggi come oggi non disdegnerai affatto di fare il macellaio!
Io, nelle fiere, che frequento in Olanda e Belgio, faccio disegni gratuiti solo a chi compera i miei fumetti. Il disegno viene fatto sull'albo e deve essere un mio personaggio. Se qualcuno vuole invece un altro personaggio, su un foglio a parte, io mi faccio pagare. Visto che devo pagarmi viaggio, tavolo, parcheggio a volte...l'unica maniera per monetizzare e non rimetterci e fare disegni alla gente. Le persone, in queste fiere, hanno una cultura del fumetto e non si aspettano disegni gratis, mentre in Italia spesso c'è gente che chiede il disegno senza nemmeno comperare il fumetto.
RispondiEliminaSe ho ben capito il discorso di Pino verteva principalmente sui professionisti affermati. Però hai sollevato una questione interessante: in effetti chi ha la necessaria cultura per apprezzare il fumetto sa che chi lo produce è un professionista, non lo fa per hobby, e quindi merita il giusto compenso anche nel caso di sketch e dedicaces.
EliminaInvece in Italia a quanti amici disegnatori viene chiesto un disegnino così, "tanto tu ti diverti a disegnare", mentre giustamente l'amico avvocato a cui vengono chiesti consigli legali risponde che di solito per quel servizio si fa pagare tot euro l'ora...
Sospetto che non ti siano molto simpatici gli avvocati...
EliminaNo! No! Li adoro! Però la scena che ho descritto sopra è successa sul serio, e il mio amico secondo me aveva ragione.
EliminaWOW! Che bello sentire le varie opinioni, anche se non tutti sono d'accordo con me, trovo molto interessante i diversi "PUNTI di VISTA".
RispondiEliminaIo penso che passare un week-end in fiera invece che con la propria famiglia, o con i propri amici sia un sacrificio. Spesso anche economico, perché le fiere si tengono in città lontane, dove devi arrivare, dove devi soggiornare, dove devi mangiare.
RispondiEliminaSarebbe bello che fossero gli editori o gli organizzatori a spesare gli autori in queste trasferte, e una volta era probabilmente così.
Oggi, invece, di soldi ne girano sempre meno, mentre al contrario gli appassionati che richiedono un "disegnino" sono sempre di più.
E spesso questi "appassionati" poi si rivendono il tuo disegnino su internet, facendosi (loro sì) dei bei soldini su Ebay.
Quindi posso solo dire che capisco benissimo le motivazioni degli autori dell' Artist Alley.
Io stesso ho una (piccola) collezione di tavole originali, quindi sarei perlomeno schizofrenico se parlassi male di simili iniziative.
Però, però capisco bene anche il tuo punto.
Anni fa parlai con Luciano Bottaro, il grandissimo autore Disney, che aveva posizioni simili alle tue.
Lui purtroppo si era visto sottrarre decine e decine di tavole da redattori disonesti che poi se le erano rivendute. Quella brutta esperienza lo induceva a disapprovare fortemente i collezionisti di tavole.
Io qualche anno fa quando cominciavo a smanettare col computer, mi imbattei nel sito di JOHN SISSON e trovai una mia pin up del Dr.Strange, matite ed inchiostri miei in vendita(http://www.comicartfans.com/gallerypiece.asp?piece=303495). Erano anni che tentavo di farmela restituire dalla Marvel Entertaiment, ma inutilmente... era sparita, persa.Io per quieto vivere ci misi una pietra sopra, ma vederla invece in vendita mi fece salire il sangue al cervello. Scrissi a Mr. Sisson per chiarimenti, e il signore molto gentilmente mi diede tutte le pezze d'appoggio d'averla comprata da ebay, scrivo ad ebay, e mi diede tutte le pezze d'appoggio d'averla comprata da una galleria d'arte, la quale mi diede tutte le pezze d'appoggio d'averla comprata da una grande catena di librerie per fumetti texana, la quale si appellò alla loro legge sulla privacy, avendo firmato un contratto di compravendita che tutela anonimato.del venditore(ladro)... morale della favola: mi hanno rubato un originale a cui tenevo moltissimo, e per riaverla indietro avrei speso una fortuna in avvocati. Quando ho nostalgia di lei, vado nel sito di John Sisson , che nel frattempo tramite tutte le mie maledizioni non è riuscito a venderla, e me la vedo! SIGH!
EliminaP.S.
Per risparmiare potrei ricomprarmela da lui, ma per principio non lo farò mai!
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaBellissima la pin-up.
EliminaNon c'è il prezzo però.
Su un altro blog che seguo un collezionista ha scritto il suo punto di vista, mi sembra interessante da segnalare:
http://www.originalmente.it/2013/04/21/se-li-regalano-ne-approfitto-per-prenderli-e-venderli/
Credo che non riesco a farmi capire... a me non interessa cosa ne faccia del mio disegnino chi lo riceve in dono(posso benissimo scrivere sotto la firma: VIETATA LA VENDITA. Io lo faccio spesso!), è un problema etico suo.Io lo dono come ringraziamento per comprare i miei prodotti editoriali. Non sono un "madonnaro", nemmeno il "ritrattista" che incontri in una piazza famosa,un pittore, ma un disegnatore/autore di fumetti, Io lavoro pagato da un editore per pubblicarli i miei disegni, non per farglieli appendere in casa, o rivenderli a sua volta. IO FACCIO FUMETTI, e vendo i diritti di pubblicazioni su di essi.
EliminaHo letto il post che mi segnali, bisogna stare attenti nel difendere chi vende disegnini avuti in omaggio nelle fiere, si potrebbe difendere la disonestà... la persona che si è fatta la fila per poi vendere il disegno regalato( se me lo regala, perché non venderlo?), denuncia la sua vendita sulla dichiarazione dei redditi?...emette regolare fattura fiscale al contraente con tanto di I.V.A.? Idem per i miei colleghi "FUMETTARI".
Per quanto riguarda gli americani, lo sappiamo che sono disinvolti su tutto...Molto disinvoltamente esaltano come eroina una loro concittadina accusata di omicidio... sorvolano distrattamente sulla strage del Cermis...sulle uccisioni causate dal fuoco "amico"... ti pare che non siano disinvolti quando si parla di denaro?...
Non c'è scitto da nessuna parte che un autore di fumetti debba partecipare alle comicon se non invitato. E' una scelta individuale, un investimento per la propria promozione come "FUMETTARO"... o come "VENDITORE AL DETTAGLIO" di disegnini non all'altezza del prezzo richiesto?..."Ma sai non sono a casa per potertelo fare bene!"..." Ma sai i soldi sono gli stessi di quando sei a casa!"...
RispondiEliminaIo andai spesso quando ero giovane a Lucca ed altre manifestazioni a spese mie, per cercare editori, non vendetti mai un disegno e dormii nelle sale d'attesa delle stazioni ferroviarie, a volte passeggiando tutta la notte, mangiando una fetta di pizza al giorno quando avevo i soldi.
Risolsi tutto con la macchina... una tonnellata di panini preparati da casa e a dormire nella mia macchina usata, ma a 5 stelle!!!!
Credo di essere stato chiaro in questo post:
Se sei un autore di fumetti( anche solo disegnatore), non trovo etico vendere al minuto i disegni, ed ho spiegato il perché.
Se sei solo un disegnatore (non "fumettaro") puoi fare quello che vuoi!
Io non trovo molta differenza tra vendersi a un editore tavola dopo tavola...magari a 10 o 20 euro l'una...e putroppo alcuni editori tirano fuori queste cifre, se si è fortunati, e fare disegni a pagamento per gli appassionati.
RispondiEliminaSecondo me, poi molti autori affermati non sono diventati ricchi facendo fumetti, molti autori americani appena hanno un problema di salute si trovano a dover fare collette tra amici disegnatori e appassionati, per pagarsi le cure mediche.
Infatti gli EDITORI che pagano una miseria è un'altra battaglia.
EliminaTrovo che si faccia molta confusione sui ruoli... IL disegnatore di fumetti, o l'autore di fumetti per fregiarsi di questi "titoli", vende i diritti di riproduzione della propria opera, non gli compete vendere l'originale, oppure gli compete se il fine è la riproduzione per mezzo stampa del venduto. Mettersi con un banco e con tanto di tariffario in una comicon, sfruttando la situazione e vendere sotto dettatura dei disegni, pure pagati cari e ripeto non all'altezza, senza pagare tasse, senza riconoscere il dovuto agli aventi diritti, o almeno chiederne il permesso, lo trovi onesto?
Come autore di fumetto ho l'esenzione I.V.A. vendendo i diritti di pubblicazione(non l'originale). Come "disegnatore" e ripeto "SOLO DISEGNATORE", se vendo l'originale devo includere l'I.V.A. nel prezzo. Non vendo l'opera d'ingegno, ma il manufatto.
Per quanto riguarda chi si fa le file per chiederti dei disegni e poi se li rivende, non compete a me... meglio loro che chi invece svoltando l'angolo lo getta!
Come sempre tiri fuori spunti interessanti! a Lucca 2013 stanno provando a fare una artist alley, vediamo come sarà :)
EliminaE' probabile che io non abbia una visione reale di costi ed esiti dell'esecuzione (anzi, è sicuro: ricordo solo qualche disegnatore sconosciuto singolo che lo faceva a Lucca a prezzi contenuti), ma non esageri dicendo che "sfruttano la situazione"? Tutto sommato nessuno costringe l'acquirente a comprare un disegno, no? E con questi chiari di luna posso capire benissimo anche l'artista più affermato che cerchi di arrotondare in qualche modo. Ma, ripeto, non conosco tariffe ed esiti finali e se mi dici che per uno schizzetto si fan pagare 200€ allora che se lo tengano!
EliminaSull'emissione di fattura hai ragione, e in varie occasioni hai detto che come fumettista sei un libero professionista, immagino anche nel senso che hai aperto una partita IVA. Quindi credo che anche gli altri "big" devono uniformarsi a questo standard e per loro non dovrebbe essere uno sforzo emettere la fattura.
Sull'utilizzo di immagini di personaggi che non appartengono all'autore non saprei... pur essendo realizzati per scopi commerciali quei disegni hanno come destinazione la collezione del privato acquirente, non sono fatti per essere pubblicati. E sempre tornando all'arte contemporanea c'è tutta una una pletora di artisti che ripropongono personaggi dei fumetti e dei cartoon nelle loro opere senza dare un soldo di royalties agli aventi diritto!
Non che questo li giustifichi, ma evidentemente una qualche scappatoia legale c'è.
Tu li hai mai visti emettere fattura?... Anche in questo caso dimostriamo di essere l'ITALIETTA o l'ITALIOTA? Gli americani?... non conosco le loro leggi fiscali, quando ho lavorato per loro io pagavo le tasse in Italia... Noi "FUMETTARI" siamo liberi professionisti, ma vendendo i diritti di pubblicazione e non l'oggetto materiale, siamo esenti da IVA( e l’editore ci deve la ritenuta d’acconto)... Esempio: io progetto una scarpa, non includo l' IVA... invece costruisco la scarpa oggetto, vendendola devo includere l'IVA... Chiaro?
EliminaSe utilizzo il personaggio di un altro per scopo di saggio, o senza scopo di lucro, non devo chiedere e pagare niente a nessuno, e tu dovresti saperlo. L'utilizzo dello stesso a scopo di lucro, non solo devo delle royalty , ma anche chiedere il permesso preventivo per poterlo fare.
Sulla diatriba dell’arte contemporanea, è solo perché certe majors la trovano una forma di pubblicità, guai per quegli artisti se le majors cambiassero idea .
Quando tu compri un film, un libro, un fumetto, paghi i diritti per il tuo esclusivo uso, in teoria( anche se inapplicabile) ognuno che ti chiedesse di vederlo se glielo fai vedere gratis, non paghi diritti, ma se glielo vendi come usato, o gli fai pagare per la visione, sei tenuto a pagare le royalty agli aventi diritti…
...ma la ritenuta d'acconto non può applicarsi solo fino a 5.000€ annui di compenso?
Elimina(vabbè, forse stiamo entrando un po' troppo nel tecnico/fiscale!)
Io non faccio una collaborazione occasionale... La ritenuta d'acconto va applicata per ogni mia vendita di diritti nella quota del 20% sul 75% del totale....
EliminaConosco bene come funziona, avendo lavorato di giorno in uno studio commerciale e di notte a disegnare fumetti.
Ok, quindi la differenza è nel tipo di contratto: collaborazione occasionale/continuativa.
EliminaMi hai chiarito una cosa su cui in effetti rimuginavo da tempo.
ESATTO!
EliminaPensa, una importantissima casa editrice, in Italia pretese che i propri disegnatori aprissero la partita I.V.A. pena il non avvalersi più della loro collaborazione. Non ti dico il nome( ho già abbastanza nemici per farmene altri), andrebbe boicottata... però non sarebbe giusto per le persone che ci lavorano.
Ed io apprezzo e stimo moltissimo i tuoi interventi!
RispondiEliminaNon voglio entrare nella diatriba disegni a pagamento/disegni gratis... se ne parla da anni e tutti hanno torto, tutti hanno ragione... però.... però poi esistono persone come te, Pino, che dopo 21 anni che mi regali "disegnini" ad ogni incontro, mi vedi arrivare a Romics, mi saluti come un vecchio amico e mi inviti a mettermi seduto, a fare due chiacchiere mentre mi fai un disegno. (Per l'esattezza questo: http://www.comicartfans.com/gallerypiece.asp?piece=1001643 )
RispondiEliminaPoi ripasso allo stand dopo aver fatto un giro e tu, sapendo della mia recente paternità, alzi il foglio sul quale stai disegnando un bellissimo Uomo Ragno e da sotto tiri fuori questo... http://www.comicartfans.com/gallerypiece.asp?piece=1001637
Beh, un semplice grazie è davvero troppo poco per l'emozione che mi hai regalato!