" PR: Undicesima domanda: Cosa vuoi fare da grande? PR: Il Papa. Puoi creare storie inverosimili e tutti faranno finta di crederci… Il segreto del VERO SUCCESSO. WOW!!!"
" C4C: Chi è il tuo autore di fumetti preferito? PR: Ora nessuno, sono troppo vecchio e smaliziato per averne uno… Con l’esperienza che ho, mi basta guardare un solo disegno dell’autore di grido per capire quanto sia genuino. Oggi trovarne uno è una vera sfida. "
Insomma, che ti posso dire: qui ci annoiamo un sacco a guardare i monitor x decidere se il tal bimbo lascerà cadere il suo gelato davanti al padiglione di Pellucidar con il rischio che il Gran Visir scivoli e si crei un incidente diplomatico e ci piace ogni tanto divagarci usando i ns pc x altro che non sia la decodifica del linguaggio del corpo di quel tale che sembra ballare lo harlem shuffle in un punto non totalmente coperto dalle telecamere. Hal 9001 dice che in realtà tu vorresti essere un autore di grido in grado di raccontare storie inverosimili a cui tutti fanno finta di credere. Poco come elaborazione anche dopo che ho dato un calcione nel fianco di Hal come faceva Mister No con il suo Piper, ma è da tempo che sospetto che lo abbiamo pagato troppo. Il mio collega codename Generation Malizio ha chiesto allo stramaledetto computer di inventare un fumetto e quello ha ponzato x un tempo sufficiente ad imparare a memoria How To Draw in The Marvel Manner di J. Buscema e poi ha partorito questo topolino: Calibro Sette è la storia di sette gemelli svantaggiati verticalmente in una base artica in mezzo al nulla. Un pc birichino ha detto loro che solo uno è l'originale e che gli altri sei sono cloni con la solita data di scadenza. Nessuna delle Mezze Porzioni è tanto smaliziata da capire quale sia quello vero. La miniserie racconta un primo tentativo di scopire le carte con domande reciproche ( lay out alla Bendis & AAVV con una teoria di campi e controcampi ) e poi passa ad una rilettura del classico La Preda Umana ( SBE, tanto x fare un esempio, ogni tanto lo adatta, si veda Zagor, Tex , Dylan Dog e Nick Raider ) con i sette piccoli protagonisti che si inseguono e si tendono agguati minacciati dal pc che ha deciso di terminarli tutti meno uno in una perversa applicazione del darwinismo ( in modalità Ticci, con tratto stilizzato , ma senza tutti quei cavalli ). Chissà se la Disney - ora che è anche uno zinzino Marvel - sarebbe interessata....
Il tuo Hal 9001 non è stato programmato bene... Fagli ripassare il "giro,giro tondo".Se avessi voluto essere un "autore di grido",ora lo sarei, e per giunta coi soldi.
E' una macchina che poco manca funzioni emettendo schede perforate , pagata in lire quando con 500 lire si poteva comperare una Raccolta Eroi 2000 con tre diconsi tre albi della Corno. Non so se rendo. Forse anche giro giro tondo è troppo x Hal. Approfitto ancora della tua intervista x chiederti una cosa che mi interessa " professionalmente " cioè x quello che riguarda la storia del fumetto, il suoi progressi e le sue derive. Proprio nel secondo estratto che ho copia incollato spieghi che sei troppo scafato x non individuare un nuovo cartoonist davvero originale. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi dell'onda di disegnatori mainstream ( Deodato jr, Alex Maleev, il famigerato Greg Land) che elaborano nelle loro vignette foto e fotogrammi di film. Non ne faccio un discorso di qualità del lavoro , di " fairplay " o di escalation nella contaminazione ( King Kirby faceva dei collages x esempio, ma disegno e altro erano ben distinti ), ma mi chiedo quanto questo non stia influenzando la percezione del fumetto - ripeto popolare, non mi riferisco alla sperimentazione di Ash Wood e co - da parte del lettore occasionale. Esiste il rischio di forgiare un pubblico che non distingue tra il segno personale e la post produzione a pc ? Un giorno avremo lettori pendolari che nel loro trenino verso scuola e ufficio riterranno insufficiente non dico la sintesi di Bernet o Alessandrini, ma persino i classici Claudio Villa ed Andrea Venturi ? Mi rendo conto che x qualcuno dei lettori del tuo blog sia a esser buoni una questione di lana caprina, ma ti assicuro che mi capita di tirare fuori i miei Essential di Dracula e chiedermi quanto quella tavola di Colan /Palmer debba ad un supporto fotografico ( soprattutto se la paragona ad una di Devil di Colan/Tartaglione per esempio ). Mmm. Ciao.
Potrei rispondere con un paragone sportivo: Quanto la gente capisce quale atleta usi il doping e quale no?... Questo non toglie che lo utilizzi sia disonesto.. Hai usato Colan, com pietra di paragone, sapendo che fosse genuino. Io ti parlo parlando di Williamson che usava le foto, non lo nascondeva, ma aveva una inchiostrazione talmente personale, da ammirare questa e non il disegno in se stesso... Unico caso un cui l'inchiostrazione metteva in ombra la matita...Forse anche Crandall ma si rifaceva agli incisori, non personale...Io ho imparato ad inchiostrare da Williamson, non da Tom Palmer. o Reed Crandall .La famosa eccezione che conferma la regola. Tutti gli altri che usano le foto compreso Luis Garcia, da te non citato, per me non fanno testo .
Grazie della risposta. Ricordo una cover di Eureka Pocket con il Corrigan ex agent X-9 di Al Williamson che era evidentremente il Gary Cooper della maturità. Le pubblicazioni della Editoriale Corno erano tante epifanìe x il bimbo che fui. Io capisco il punto di vista di un disegnatore " natural " e credo di capire anche il punto di vista di chi sperimenta le commistioni - penso ai soliti Dave McKean e Bill Sienkiewicz, ma anche al Rick Veitch di Abraxas o della sua versione del film 1941 Allarme a Hollywood x quel che ho visto in rete - ma temo una deriva x cui il pubblico, x esempio, legga Elektra : Assassin e non capisca dove è la matita e l'inchiostro di Bill e dove la foto rielaborata. La mia idea - sindacabilissima naturalmente - è che non è doping se il lettore sa " cosa " sta guardando e ne capisce o percepisce il motivo di fusione o sovrapposizione dei linguaggi . Nei cartoni animati che guarda il mio cucciolo - penso a Gumball in primis, ma anche a Teen Titans Go - personaggi bidimensionali e molto grafici interagiscono con altri in stop motion contro scenografie prese dal vero. Lo spettatore - si tratta di show all ages - è esposto ad una realtà di contaminazione che , paradossalmente, ricorda la nostra dove il percorso casa - ufficio è così fitto di maratoneti cyborg trafitti da cuffiette e frequenzimetri ed altri che " parlano " al faccione del bancomat sotto cartelloni che pubblicizzano Esselunga con Tom & Jerry e l'accesso a internet con i manga. Direi, che come recita una antica maledizione cinese, viviamo in tempi interessanti. Ti auguro una buona giornata con un classico see ya in the comics.
" PR: Undicesima domanda: Cosa vuoi fare da grande?
RispondiEliminaPR: Il Papa. Puoi creare storie inverosimili e tutti faranno finta di crederci… Il segreto del VERO SUCCESSO. WOW!!!"
" C4C: Chi è il tuo autore di fumetti preferito?
PR: Ora nessuno, sono troppo vecchio e smaliziato per averne uno… Con l’esperienza che ho, mi basta guardare un solo disegno dell’autore di grido per capire quanto sia genuino. Oggi trovarne uno è una vera sfida. "
Insomma, che ti posso dire: qui ci annoiamo un sacco a guardare i monitor x decidere se il tal bimbo lascerà cadere il suo gelato davanti al padiglione di Pellucidar con il rischio che il Gran Visir scivoli e si crei un incidente diplomatico e ci piace ogni tanto divagarci usando i ns pc x altro che non sia la decodifica del linguaggio del corpo di quel tale che sembra ballare lo harlem shuffle in un punto non totalmente coperto dalle telecamere.
Hal 9001 dice che in realtà tu vorresti essere un autore di grido in grado di raccontare storie inverosimili a cui tutti fanno finta di credere. Poco come elaborazione anche dopo che ho dato un calcione nel fianco di Hal come faceva Mister No con il suo Piper, ma è da tempo che sospetto che lo abbiamo pagato troppo. Il mio collega codename Generation Malizio ha chiesto allo stramaledetto computer di inventare un fumetto e quello ha ponzato x un tempo sufficiente ad imparare a memoria How To Draw in The Marvel Manner di J. Buscema e poi ha partorito questo topolino: Calibro Sette è la storia di sette gemelli svantaggiati verticalmente in una base artica in mezzo al nulla. Un pc birichino ha detto loro che solo uno è l'originale e che gli altri sei sono cloni con la solita data di scadenza. Nessuna delle Mezze Porzioni è tanto smaliziata da capire quale sia quello vero. La miniserie racconta un primo tentativo di scopire le carte con domande reciproche ( lay out alla Bendis & AAVV con una teoria di campi e controcampi ) e poi passa ad una rilettura del classico La Preda Umana ( SBE, tanto x fare un esempio, ogni tanto lo adatta, si veda Zagor, Tex , Dylan Dog e Nick Raider ) con i sette piccoli protagonisti che si inseguono e si tendono agguati minacciati dal pc che ha deciso di terminarli tutti meno uno in una perversa applicazione del darwinismo ( in modalità Ticci, con tratto stilizzato , ma senza tutti quei cavalli ).
Chissà se la Disney - ora che è anche uno zinzino Marvel - sarebbe interessata....
Il tuo Hal 9001 non è stato programmato bene... Fagli ripassare il "giro,giro tondo".Se avessi voluto essere un "autore di grido",ora lo sarei, e per giunta coi soldi.
RispondiEliminaE' una macchina che poco manca funzioni emettendo schede perforate , pagata in lire quando con 500 lire si poteva comperare una Raccolta Eroi 2000 con tre diconsi tre albi della Corno. Non so se rendo. Forse anche giro giro tondo è troppo x Hal.
RispondiEliminaApprofitto ancora della tua intervista x chiederti una cosa che mi interessa " professionalmente " cioè x quello che riguarda la storia del fumetto, il suoi progressi e le sue derive. Proprio nel secondo estratto che ho copia incollato spieghi che sei troppo scafato x non individuare un nuovo cartoonist davvero originale. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi dell'onda di disegnatori mainstream ( Deodato jr, Alex Maleev, il famigerato Greg Land) che elaborano nelle loro vignette foto e fotogrammi di film. Non ne faccio un discorso di qualità del lavoro , di " fairplay " o di escalation nella contaminazione ( King Kirby faceva dei collages x esempio, ma disegno e altro erano ben distinti ), ma mi chiedo quanto questo non stia influenzando la percezione del fumetto - ripeto popolare, non mi riferisco alla sperimentazione di Ash Wood e co - da parte del lettore occasionale.
Esiste il rischio di forgiare un pubblico che non distingue tra il segno personale e la post produzione a pc ? Un giorno avremo lettori pendolari che nel loro trenino verso scuola e ufficio riterranno insufficiente non dico la sintesi di Bernet o Alessandrini, ma persino i classici Claudio Villa ed Andrea Venturi ?
Mi rendo conto che x qualcuno dei lettori del tuo blog sia a esser buoni una questione di lana caprina, ma ti assicuro che mi capita di tirare fuori i miei Essential di Dracula e chiedermi quanto quella tavola di Colan /Palmer debba ad un supporto fotografico ( soprattutto se la paragona ad una di Devil di Colan/Tartaglione per esempio ). Mmm. Ciao.
Potrei rispondere con un paragone sportivo: Quanto la gente capisce quale atleta usi il doping e quale no?... Questo non toglie che lo utilizzi sia disonesto.. Hai usato Colan, com pietra di paragone, sapendo che fosse genuino. Io ti parlo parlando di Williamson che usava le foto, non lo nascondeva, ma aveva una inchiostrazione talmente personale, da ammirare questa e non il disegno in se stesso... Unico caso un cui l'inchiostrazione metteva in ombra la matita...Forse anche Crandall ma si rifaceva agli incisori, non personale...Io ho imparato ad inchiostrare da Williamson, non da Tom Palmer. o Reed Crandall .La famosa eccezione che conferma la regola. Tutti gli altri che usano le foto compreso Luis Garcia, da te non citato, per me non fanno testo
RispondiElimina.
Grazie della risposta. Ricordo una cover di Eureka Pocket con il Corrigan ex agent X-9 di Al Williamson che era evidentremente il Gary Cooper della maturità. Le pubblicazioni della Editoriale Corno erano tante epifanìe x il bimbo che fui. Io capisco il punto di vista di un disegnatore " natural " e credo di capire anche il punto di vista di chi sperimenta le commistioni - penso ai soliti Dave McKean e Bill Sienkiewicz, ma anche al Rick Veitch di Abraxas o della sua versione del film 1941 Allarme a Hollywood x quel che ho visto in rete - ma temo una deriva x cui il pubblico, x esempio, legga Elektra : Assassin e non capisca dove è la matita e l'inchiostro di Bill e dove la foto rielaborata. La mia idea - sindacabilissima naturalmente - è che non è doping se il lettore sa " cosa " sta guardando e
RispondiEliminane capisce o percepisce il motivo di fusione o sovrapposizione dei linguaggi .
Nei cartoni animati che guarda il mio cucciolo - penso a Gumball in primis, ma anche a Teen Titans Go - personaggi bidimensionali e molto grafici interagiscono con altri in stop motion contro scenografie prese dal vero. Lo spettatore - si tratta di show all ages - è esposto ad una realtà di contaminazione che , paradossalmente, ricorda la nostra dove il percorso casa - ufficio è così fitto di maratoneti cyborg trafitti da cuffiette e frequenzimetri ed altri che " parlano " al faccione del bancomat sotto cartelloni che pubblicizzano Esselunga con Tom & Jerry e l'accesso a internet con i manga. Direi, che come recita una antica maledizione cinese, viviamo in tempi interessanti. Ti auguro una buona giornata con un classico see ya in the comics.